Scavando ulteriormente, la realtà è che sul Parkinson non ci viene mai detta la verità e che il sistema è gravemente difettoso, privo di molti fatti essenziali, quali:
Un nuovo modo di vedere il Parkinson
Ironia della sorte, il disordine neurologico in più rapida crescita nel mondo prende il nome da James Parkinson, un medico inglese di Londra anticonformista ed emarginato politico, che rischiò anche l’arresto.
Fu proprio questa figura insolita e originale a parlare per prima, basandosi sull’osservazione di solo sei individui, di una patologia che causava tremore e problemi di equilibrio.
Successivamente, quasi mezzo secolo dopo, un medico francese riprese e ampliò questo studio: riscontrò nella sintomatologia la lentezza dei movimenti e la rigidità, i due sintomi più comuni, e, in onore del suo predecessore, chiamò la patologia “Parkinson”.
I libri “Shaken not stirred” (Amazon bestseller) e “Non chiamatemi morbo!” di Marco Salvi mostrano un altro lato del Parkinson, quello in cui i parkinsoniani hanno una scelta: quella di essere vittime oppure, scegliendo di accettare la diagnosi e di continuare a vivere, quella di evitare l’apatia, la depressione, l’ansia e la paura.
Molte persone sono riluttanti ad ammettere di avere il Parkinson, quasi come se temessero di essere considerati diversi o più deboli. Tuttavia, anche la persona che arriva per ultima in un evento nelle Paralimpiadi è applaudita, perché ha scelto di combattere. Chiunque affronti le avversità con determinazione è più forte per questo.
Un aspetto che vediamo spesso dalle associazione è una grande voglia di combattere e mantenere una buona qualità di vita.
Proprio questa voglia di combattere sta alla base di questi articoli: Parkinson News network è la vostra comunità, è incoraggiarsi a vicenda su come vivere con il Parkinson.