Voi penserete: “ma allora è una questione di sostantivi?”. Sembrerebbe banale, ma è così.
Tutti i sintomi che manifestano il Parkinson sono assimilabili a gesti che rivelano “emozione”.
Non si muore di Parkinson, si può vivere anche decenni, più o meno con la stessa qualità di vita di tutti gli altri. Inesorabilmente, infatti, la vita si deteriora col passare degli anni: si nasce, si diventa adulti, si invecchia; questa è la “ruota che gira”, valida per tutti gli esseri umani e noi di certo non possiamo fermarla.
Con l’avanzare dell’età il nostro organismo perde l’efficienza originaria, perciò non tutte le deficienze dei nostri movimenti sono dovute al Parkinson.
Il Parkinson è quella situazione – proprio per dirlo nella maniera più concisa possibile – nella quale l’organismo della persona non produce a sufficienza la sostanza Dopamina.
Eppure, non per sottovalutare la diagnosi, appena un interessato sente il Neurologo che pronuncia “Morbo” o, se è più “soft”, Malattia di Parkinson, in lui sorge immediatamente una più grave MALATTIA – e la parola qui è esatta -, la DEPRESSIONE. Molto spesso ci si ferma, tutte le attività della persona vengono sospese e comincia così il calvario dell’aspettare …aspettare … aspettare.
Aspettare che il male avanzi e che inevitabilmente porti all’immobilizzazione completa.
Invece no! E’ proprio questo il momento di reagire e di sottoporsi alle cure e alle raccomandazioni mediche – cosa essenziale -,ma anche continuare le proprie attività, siano esse di lavoro, di hobby, di volontariato o di impegni vari. E’ essenziale, infatti, stare a contatto con le persone, seguire uno stile di vita sano con esercizio fisico quotidiano e adeguato. Si tratta di attività che consentono a chiunque di essere in buona salute, a prescindere dall’avere o meno il Parkinson.
Così facendo, non si cadrà nel male oscuro della “depressione”, ma si combatterà affinché sia il passare degli anni sia “l’emozione Parkinson” rallentino il più possibile il percorso e diventino il meno aggressivi possibile.
Non bisogna arrendersi, bensì essere propositivi e tenersi occupati con numerose attività e impegni.
Dobbiamo riconoscere e cogliere la gioia che ogni giorno, anche se uggioso e buio, ci regala.