L’associazione ha deciso di raccontare una storia, tratta dal libro “Shaken but not Stirred. Amusing antidotes to a life with Parkinson’s”, edito nel 2016 in lingua inglese e attualmente in fase di produzione teatrale nel nostro Paese. Consapevoli di non essere riusciti a tradurre ed a riportare perfettamente il black humour inglese, speriamo comunque che questo breve racconto faccia sorridere attraverso la sua autoironia.
Spazzole, rossetti ed eye-liner
Mai, prima di fare la conoscenza del signor P., avevo prestato attenzione ad un’azione così banale e automatica come il lavarsi i denti. Ogni mattina, proprio mentre ero impegnata in questa attività, avevo l’abitudine di ripassare mentalmente i programmi della giornata. Facile, giusto? Il signor P. non era d’accordo evidentemente! A quanto pare, infatti, quel simpaticone si stava appassionando sempre più alla mia routine di pulizia dentale, al punto che volle – un po’ pretenzioso, non trovate? – che tutta la mia attenzione si focalizzasse sullo spazzolino. Che non gli piacessero i miei programmi della giornata? Che fossero semplicemente i motivetti che amavo canticchiare? Potrebbe essere, dato che pareva avere già un suo senso del ritmo, ad esempio amava i movimenti orizzontali dello spazzolino, ma non sopportava quelli verticali. Insomma, presto lo specchio del bagno iniziò ad essere spettatore di una battaglia. Perché lo spazzolino non si comportava come mi aspettavo? La causa era ovviamente l’intervento del signor P. e, quando la mia lotta quotidiana con lo spazzolino era finalmente finita, il mio simpatico amico sembrava entusiasta nel vedere il mio naso pieno di dentifricio.
Il signor P. credeva di aver vinto, ma si sbagliava di grosso. Avevo trovato una soluzione difficilissima e costosissima… spazzolino elettrico!
Ecco, però, che la curiosità e il desiderio di impicciarsi del signor P. non si fermò ai miei denti: come un appassionato di arte contemporanea, volle provare la body art sul mio volto. Così ho scoperto di avere il mio make-up artist personale.
Una sera dovevo andare ad una festa ed il signor P. si era dato da fare così bene che alla fine avevo l’eye-liner sulla fronte ed il rossetto … beh no, meglio che non vi dica dove fosse finito!
Ovviamente non poteva tralasciare di volersi occupare anche di acconciature. Non che prima di conoscere il signor P. spazzolarmi i capelli fosse sempre stato facile – avete presente la giungla? Ecco i miei capelli -ma con il signor P in azione è diventato un’inutile farsa ed il meglio che sono riuscita ad ottenere è stato una sorta di raccolto ondeggiante sulla cima della mia testa.
Questo risultato avrebbe potuto dare l’impressione che mi fossi acconciata in modo eccentrico, ma il mio nuovo look gypsy fu prontamente notato dalle mie amiche per quello che era.
Una di loro aveva subito cercato di sistemare il tutto, ma la cosa, ovviamente, non poteva che far infuriare il signor P, il quale si rifiutò di lasciarmi tranquilla quella sera, usando il suo trucchetto preferito: aumentare il tremore della mia mano al punto che tenere le posate con quella mano mi facesse ricordare quando, da bambina, giocavo alla corsa con il cucchiaio in bocca, dove ovviamente quest’ultimo cadeva sempre.
Io e il signor P. oggi abbiamo raggiunto un compromesso: se lascia che io riesca a truccarmi almeno un poco, ma senza sbavature, una volta l’anno può fare quello che vuole sul mio viso. Quindi il giorno di Carnevale ci divertiamo insieme: non importa quali colori lui voglia usare, quanto fondotinta voglia mettere o fin dove arrivi il rossetto… ecco quello che mi ha insegnato il signor P: non bisogna mai arrendersi, perché possiamo trovare moltissime soluzioni alternative, basta ingegnarsi.
Un abbracio a Dirma Van Toorn